Presi la macchina, caricai Tequila e partii per il paese.
Lungo la strada cercai di immaginare dove potesse abitare nonno sam, ma non vidi nessuna casa nel bosco.
Questo mi sembrò molto strano.
Nel giro di dieci minuti arrivai al consorzio dei signori Grim e parcheggiai dove ero solita lasciare la mia Rover nero metallizzato.
Scesi dalla vettura con Tequila sempre vicino, ed entrai.
Come sempre il negozio era pieno di gente.
I signori Grim erano due anziani coniugi molto gentili e disponibili, l'unico loro problema era il figlio Tom, uno scapestrato buono a nulla, cafone emaleducato; pensava di essere irresistibile e quando vedeva una giovane donna si atteggiava in modo molto fastidioso: da "galletto ruspante".
Era odioso!
non appena mi vide entrare si precipitò subito; una cosa che odiavo più di tutte di lui era il suo modo di parlarti a distanza ravvicinatissima e di tenerti per un braccio.
Per fortuna con Tequila al mio fianco che non appena lo vedeva iniziava a digrignare i denti, si manteneva a debita distanza.
-" Ciao Principessa, cosa posso offrirti oggi oltre al mio cuore?".
Avevo una gran voglia di rispondere al suo stupido sorrisetto con un sonoro "fottiti", ma non era il caso, visto che c'era altra gente.
-" Ciao Tom, avrei bisogno di cinque chili di avena e una decine di carote.
-"Ogni tuo desiderio è un ordine."
Tequila aveva già cominciato a ringhiare.
-" Senti un po' piccola...Ma non è propio possibile vederci una volta senza quella bestia che ti fa da guardia?"
-" Prima cosa, mi chiamo Meg e mi sembra di avertelo detto e ripetuto circa quindici volte in tre mesi, seconda cosa io e te non ci potremo Mai e sottolineo Mai vedere al di fuori di questo negozio.
Ora, per favore, dimmi quanto ti devo, dammi la mia roba e arrivederci."
-"Ehi, calmati baby, non penserai che sia tanto cafone da lasciarti alzare tutti quei chili da sola, vero?...Lascia quì tutto e te lo porto a casa questa sera quando chiudo".
-" Molto gentile ma non ce n'è bisogno"
-"Insisto"
-" non me ne frega niente se insisti, dammi la mia spesa".
-" Mi preoccupo per te!".
Stavo per esplodere ma per fortuna arrivò il signor Grim che molto gentilmente si offrì di portarmi fuori la spesa e di aiutarmi a caricarla in macchina.
-"La ringrazio signor Grim; le apro il baule.
Uscii dal negozio senza salutare quel bamboccio di Tom e la cosa lo urtò molto.
-"...Ehi...Ma cosa...Perchè mi fa la multa adesso!"
Davanti alla mia macchina, girato di spalle, c'era l'aiuto sceriffo di Melville.
Lo raggiunsi di corsa per chiedere spiegazioni.
Questi si voltò; rimasi a dir poco "sconvolta".
Un tipo, un gran bel tipo: un metro e ottanta circa, spalle larghe, capelli neri corti, occhi azzurri con taglio felino, labbra non troppo sottili e una forma del viso a dir poco "divina"...Insomma un Dio greco.
Non appena mi vide rimase sorpreso; molto probabilmente capì che non ero del posto.
-" Allora! Perchè mi sta facendo la multa?"
-"E' in divieto, signorina."
_" In divieto? E dov'è il cartello? Io non lo vedo".
-"Non c'è bisogno del cartello; ha parcheggiato davanti al cancello del consorzio".
-"Ho sempre parcheggiato quì e il signor Grim non ha mai detto nulla".
-"Beh, io non sono il signor Grim".
Tanto bello quanto stronzo, iniziavo già a detestarlo con quella sua aria da superiore.
Staccò il foglietto dal blocco e me lo diede.
-"Ha trenta giorni per pagarla".
Rimasi senza parole.
Il signor Grim intanto, stava sopraggiungendo con i miei acquisti e vide tutta la scena, ma era un uomo troppo timido per prendere le mie difese.
Posò i sacchi vicino alla macchina e timidamente mi salutò.
Mi armai di coraggio e cercai di caricare la roba, ma effettivamente era quasi impossibile per me alzare da terra tutti quei chili.
-"Lascia, ti do una mano".
-"Prima mi fai la multa e poi mi vuoi aiutare!?Lascia perdere me la cavo da sola!"
Non mi stette nemmeno a sentire e ciò mi irritò molto.
Caricò tutto in macchina e mi salutò come fanno tutti gli "sbirri"; poi si voltò e si allontanò.
Fine 5° capitolo
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