giovedì 6 agosto 2009

MEG - una vita, una storia - £° capitolo

-“ Ecco signor Sam, prenda una tazza di the caldo.”
- “ Non mi devi chiamare signore, bimba; qui tutti mi chiamano nonno Sam o vecchio Sam”
-“ D’accordo allora…Nonno sam; lei, anzi tu devi chiamarmi bimba.”
Alzò gli occhi e accennò un sorriso.
Era un uomo di poche parole, ma molto posato e energico.
Posò con calma la tazza sul tavolo e si alzò dalla poltrona dove lo avevo fatto accomodare.
-“ Ha smesso di piovere, devo proprio andare.
- “ Non mi dai nessun fastidio, nonno Sam.”
Prima che finissi di parlare era già arrivato alla porta e la stava aprendo; lo raggiunsi almeno per salutarlo.
Mi faceva una gran tenerezza, doveva essere molto solo.
Varcò la soglia e non appena anch’io fui sull’uscio, mi resi subito conto che il tempo era radicalmente cambiato.
Ora il cielo era di un bellissimo blu, i nuvolosi neri erano spariti e al loro posto erano rimaste solo poche nuvolette bianche.
L’aria profumava di erba bagnata e il terribile vento si era trasformato in una leggera brezza.
-“ Beh, è proprio il caso di dire: la quite dopo la tempesta…”
Che frase idiota che avevo tirato fuori, ma era la sola cosa che riuscii a dire per rompere il silenzio.
Nonno sam si voltò e questa volta rise.
Non pensavo che un sorriso potesse darmi tanta gioia; non ricordavo più quanto facesse piacere riceverne uno; forse perché erano ormai tre mesi che abitavo sola.
Alzò il braccio e mi fece una carezza, quella carezza che solo un nonno può fare ai suoi nipoti; poi:
- “ Adesso devo proprio andare bimba, ma se mi dai il permesso di venire qui a pescare tornerò a trovarti tutti i giorni….Sempre che ai tuoi non dia fastidio.
- “ Io…Vivo sola.”
- “ E perché mai una giovane come te vive sola?”
- “E’ una mia scelta.”
- “ Non dire altro bimba, mi spiegherai con calma tutto nei prossimi giorni; avremo tanto tempo per parlare.Ciao….Come si chiama il cane?”
- “ Tequila.”
- “Ah sì, Tequila…Allora ciao Tequila!”
Si voltò e fece qualche passo verso il sentiero che portava fuori dal parco di Valley House.
D’un tratto si fermò, annusò l’aria e ascoltò la lieve brezza.
Poi mi parlò nuovamente:
-“ Vedi Meg, ora il vento sussurra di grandi storie, storie diverse di mondi mai visti…Ti insegnerò ad ascoltarlo.
Detto ciò, se ne andò.

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