Anche quella mattina, il sole aveva deciso di non sorgere e grandi nuvoloni neri oscuravano il cielo di Melville.
Intorno, tutto taceva; il silenzio era rotto solo dall'ululare del vento del nord che presagiva una nuova tempesta.
Dalla baia si vedevano gli schizzi delle onde, rese ancora più alte dal forte vento.
L'acqua non aveva il solito colore azzurro, ma un colore indefinito che non faceva altro che rendere ancora più triste quella giornata.
Quel giorno nessuna imbarcazione aveva osato sfidare le acque della "Baia della luna calante"; questo era il nome che la gente del posto aveva dato al mare in quel punto, facendo riferimento a un antica leggenda.
La mia camera si affaccia propio su di essa e quando la giornata è bella si intravedono i mille giochi di luce che il sole produce sull'acqua.
La casa in cui abito è molto grande, ed costruita su una piccola altura; è circondata da quello che chiamano " il Bosco del salice piangente" perchè al centro di esso si trova un vecchio salice che da tempo remoto sfida le intemperie senza mai piegarsi o morire.
Per la gente del posto è un valodo sostegno morale.
Come avrete potuto capire vivo isolata dal paese, e non conosco molte persone; vivo sola senza genitori o parenti vari; in questo periodo amo molto la solitudine, mi da modo di riflettere.
I miei unici inquilini sono un pastore tedesco, solo a me fedele, una micetta nera, che amo per il suo modo di essere indipendente e un quorter nero, un bellissimo purosangue dal carattere diffidente e scontroso.
Prima di me, nessuno era mai riuscito a sellarlo, ma da quando abbiamo stima e fiducia l'uno nell'altra siamo diventati inseparabili.
I loro nomi non sono eccezzionali, ma per ogniuno ne ho scelto uno dettato dalle circostanze.
Il cagnone si chiama Tequila, perchè quando lo portai a casa la prima cosa che fece fu di urtare il mobiletto degli alcolici, rovesciandosi addosso una bottiglia di Tequila.
La micetta si chiama Cenere; Cenere per due motivi:
uno perchè è nera
due perchè il giorno che la portai a casa, Tequila da cane bena educato, pensò di darle il benvenuto spaventandola a morte e costringendola a rifugiarsi nel caminetto, riducendosi in modo indescrivibile.
Ma ora passiamo al mio preferito: Golia
Era il nome secondo me più adatto a un cavallo di quelle dimensioni, con quella muscolatura e con quel carattere.
Mi era stato consegnato la settimana seguente al mio trasferimento a Melville; un grande camion con la scritta sul lato posteriore che diceva " Trasporto cavalli" fece il suo ingresso nella radura di Valley House, questo è il nome della mia dimora.
Non appena vidi Golia, ebbi la sensazione di avere davanti a me una divinità con sembianze animali.
Non avevo mai visto nulla di più bello e maestoso.
Fine 1° capitolo
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