E così inizio a pensare al da farsi, le domande mi girano in testa come mille quiz televisivi, il problema è che non ho le tre soluzioni, o almeno credo. Mi rigiro tra le dita il biglietto da visita pensando a quello che ho fatto nell’ultimo periodo, alle persone incontrate, scontrate e a quelle conosciute per caso. Ma è tutto così confuso e misterioso, finchè ad un certo punto un sorriso abbozza il mio volto.
Mi viene in mente Laura, l’ho conosciuta alla stazione, quando non saprei, però legato a queto ricordo ho il profumo delle rotaie calde, del sole, e della solita e triste attesa .Lei è uno di quegli incontri fatti per caso, bella nel suo vestito estivo a fiori, che mi ricorda molto gli anni ’60, un cappello di paglia e un sorriso che riempie gli occhi. Mora, i suoi capelli lunghi tutta la schiena che sembrano velluto. Ma, come faccio a conoscerla? A ricordala? Non mi ricordo nemmeno come ci siamo conosciuti e come faccio a sapere il suo nome?...e pensa…
Riguardo l’ora, le lancette corrono sull’orologio attaccato alla parete e mi rendo conto che ho troppe domande alle quali dovrei saper rispondere e alle quali invece risposte non ho.
Forse è un sogno, forse sono finito nel mondo surreale di Alice nel Paese delle Meraviglie, e allora si che avrebbe una spiegazione il biglietto rosa e il Bianconiglio.
Mi riprendo dal panico di non sapere cosa succede, mi giro ed è in quel momento che, come se fosse illuminato apposta per me, mi accorgo del telefono rosso appoggiato sul comodino, uno di quei vecchi telefoni che per fare il numero bisogna girare tutta la ruota. Magari telefono … magari è Laura … o forse il Bianconiglio.
E così mi avvicino all’apparecchio, è tutto così strano che anche il solo pensiero di fare quel numero mi fa tornare il panico. Prendo un respiro . . .
Vai che spacchiamo di brutto, oggi proseguo
RispondiEliminadai che sono curiosaaaa!!!!
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